ORCHIECTOMIA
CON CHIRURGIA LAPAROSCOPICA IN OTTO CAVALLI AFFETTI DA CRIPTORCHIDISMO
ADDOMINALE
INTRODUZIONE
La chirurgia
laparoscopica è una tecnica largamente diffusa in medicina umana. I suoi
vantaggi sono ancora poco considerati in campo veterinario ed in particolare
nella chirurgia equina.
Tramite una
piccolissima incisione nel fianco, infatti, è possibile valutare rapporti
anatomici
ed eventuali anomalie di parte della cavità addominale del cavallo in stazione
quadrupedale. Si possono, inoltre, effettuare interventi diagnostici e
terapeutici, quali biopsie viscerali, ovariectomie, asportazione di testicoli
criptici.
Scopo di questa
nota è descrivere l'asportazione dei testicoli criptici ritenuti in sede
addominale di cinque equini in stazione quadrupedale, sottolineando i vantaggi
che si ricavano dall'utilizzo di questa particolare tecnica chirurgica
endoscopica.
MATERIALI E
METODI
Si è utilizzato un laparoscopio modello Wolf lungo 35 cm,
con cannula del diametro di
10 mm ed ottica ad angolo di 0°, collegato tramite un cavo a fibre ottiche ad
una fonte luminosa Olympus CLE 3 con lampada da 150 w.
La
strumentazione per laparoscopia comprende inoltre un trequarti, con cannula di
diametro 10 mm, munita di adeguata guarnizione per impedire l'uscita di gas ed
una valvola tipo stop/cock ad una via (Wolf Medical Instrument). Un trequarti
con guaina protettiva per evitare la perforazione di visceri al momento della
sua introduzione nell'addome, con relativa cannula di 10 mm di diametro e
valvola (Surgiport). Un ago da laparoscopia lungo 45 cm e di diametro 18 G. Una
pinza diametro 10 mm e lunga 45 cm (Endo Babcock) per afferrare il testicolo.
E
indispensabile poi l'utilizzazione di gas CO2, contenuto in una bombola da 4
litri, provvista di relativo flussimetro ed un tubo di gomma lungo 2 metri e di
cm 0,5 di diametro per l'insufflazione.
I cinque
cavalli sui quali è stata effettuata la laparoscopia sono stati tenuti
preventivamente a digiuno 24 ore prima degli interventi, allo scopo di
svuotare l'intestino da gas e feci ed avere conseguentemente una migliore
visuale del contenuto intraddominale durante l'esame laparoscopico.
Nell'immediato
periodo post-operatorio a tutti i cavalli è stata praticata anche la profilassi
antitetanica ed un trattamento antibiotico di copertura, oltre ad una
associazione
di farmaci antiinfiammatori-analgesici per prevenire il dolore da distensione
addominale ed un eventuale processo flogistico intraddominale.
I cavalli
operati sono stati ricoverati presso cliniche veterinarie private per motivi
igienici e di sicurezza, mentre l'atto operativo della laparoscopia è stato
effettuato con i cavalli in stazione quadrupedale e contenuti in un box di
anestesia. Il primo cavallo è stato sedato con una combinazione di xilazina
(0,5 mg/kg i.v.) e butorfanolo (0,02 mg/kg i.v.), negli altri è stata usata
l'associazione detomidina (0,01 mg/kg i.v.) e butorfanolo (0,02 mg/kg i.v.).
Una volta
sedato l'animale, in primo luogo è stata effettuata, per via rettale,
un'accurata
esplorazione addominale per escludere la presenza di visceri nella zona di
ingresso del trequarti. La zona comprendente la fossa del fianco ed il fianco
stesso, fino all'altezza della regione della grassella, precedentemente tosata,
è stata preparata in modo chirurgico..
Si è poi
proceduto ad una anestesia locale con lidocaina 2% infiltrata sottocute ed
intramuscolo nell'area scelta per l'introduzione del laparoscopio in cavità
addominale. Tale area, nei casi riportati, è stata individuata a metà distanza
fra la tuberosità dell'anca e l'ultima costa, dorsalmente al margine superiore
del muscolo obliquo interno.
Un telo sterile
è stato applicato sul campo operatorio e gli strumenti, compreso il cavo a
fibre ottiche ed il tubo di gomma, sterilizzati chimicamente 45 minuti prima
dell'intervento.
Una piccola
incisione di 1 cm è stata effettuata all'altezza della corda dei fianco
sinistro,
rispettando il senso delle fibre muscolari più superficiali; il trequarti e la
cannula assemblati sono stati poi introdotti nell'incisione in modo deciso fino
a penetrare nella cavità addominale. Il trequarti è stato poi sostituito dal
laparoscopio al fine di controllare l'avvenuta perforazione del peritoneo.
Dopo aver
collegato il tubo di gomma al flussimetro della bombola di CO2 ed alla valvola
della cannula è iniziata l'insufflazione di CO2 nella cavità addominale del
cavallo.
Ai fini di
questo intervento non è stato necessario distendere l'addome in modo eccessivo,
in quanto la concomitante ispezione visuale per via endoscopica ha permesso di
evidenziare rapidamente la sede del testicolo criptico che, di solito, è
appoggiato
sulle anse intestinali nella regione caudale sinistra o destra dell'addome.
A questo punto,
interrotta l'insufflazione, e dopo infiltrazione cutaneo-muscolare con
altro anestetico locale, è stata praticata una nuova incisione di circa 1 cm
nella parete del fianco sinistro, 15 cm circa sopra e cranialmente alla regione
della grassella sinistra. Sotto controllo laparoscopico un trequarti protetto
con relativa cannula è stato inserito nella incisione fino a penetrare il
peritoneo.
Dopo aver
asportato il trequarti, attraverso la cannula è stata inserita in addome
l'apposita
pinza da endoscopia, con la quale è stato possibile afferrare e portare vicino
all'incisione il testicolo ritenuto.
A questa fase
dell'intervento, si è provveduto ad allargare l'incisione cutaneo-muscolare
con un bisturi per esteriorizzare il testicolo stesso.
Per evitare
manifestazioni di dolore nell'animale durante la trazione sul funicolo
spermatico,
è necessario effettuare un'anestesia locale dello stesso con un ago da
laparoscopia.
Una volta esteriorizzato il testicolo, si è provveduto alla legatura del funicolo ed alla asportazione del testicolo mediante emasculatore.
La rimanente porzione di
funicolo è stata reintrodotta nel cavo addominale, controllando con l'ottica
l'emostasi a livello del cordone spermatico residuo.
La porta di
ingresso per il laparoscopio, una volta fatto defluire il gas dall'addome, è
stata chiusa con sutura solo dello strato cutaneo a punti staccati non
riassorbibili (nylon EP 4). La seconda ferita addominale, più estesa, è stata
chiusa con 3 strati di suture. E piano muscolare e sottocutaneo con suture
continue riassorbibili (vicryl EP 3,5), la cute come in precedenza.
Nel caso di
criptorchidismo bilaterale si sono ripetute le manualità sopraccennate, avendo
però l'accortezza di suturare l'incisione da cui era stato asportato il primo
testicolo in quanto da essa poteva fuoriuscire la C02 in grande quantità; è
stato inoltre necessario utilizzare la precedente porta di ingresso con la
cannula inserita per insufflare e distendere nuovamente l'addome del cavallo,
prima di penetrare in addome con il trequarti assemblato attraverso il fianco
controlaterale.
Durante il
decorso post-operatorio di norma sono stati somministrati antibiotici ed
antiinfiammatori per 4 giorni, consentendo al proprietario di passeggiare
giornalmente il cavallo.
DISCUSSIONE
Nei casi di
criptorchidismo bilaterale o dubbio, è consigliabile iniziare l'intervento
sempre dal fianco sinistro. Cosii operando, infatti, è possibile distendere con
il gas l'addome del cavallo e allontanare il cieco dalla parete addominale
destra, minimizzando il rischio di una perforazione viscerale.
Due dei
soggetti, all'esplorazione intraddominale, presentavano il testicolo destro
appena impegnato nel canale inguinale; sono stati quindi sottoposti ad anestesia
generale ed orchiectomizzati secondo la tecnica classica.
L'uso della CO2
è preferibile nella laparoscopia in quanto permette l'utilizzo di una
elettrocoagulazione all'interno della cavità addominale in caso di emorragie;
ha però lo svantaggio, rispetto all' N2O, di provocare una transitoria flogosi
a livello peritoneale.
Nell'esperienza
effettuata, entrambi i tipi di sedazione sono risultati efficaci. Tuttavia la
associazione detomidina butorfanolo offre tempi di sedazione più lunghi e
margini di sicurezza più ampi, specie in animali con carattere nevrile.
La chirurgia
laparoscopica offre, a mio avviso, vantaggi notevoli. Operando, infatti, in
stazione quadrupedale vengono a mancare i rischi relativi all'anestesia generale
ed a una celiotomia; i costi di intervento sono contenuti ed i tempi di
convalescenza brevi. Si considerano, infatti, circa 4 giorni di terapia
post-operatoria durante i quali il cavallo può anche essere liberato in
un piccolo paddock. Entro il decimo giorno, dopo l'asportazione dei punti di
sutura e salvo complicazioni, l'animale può riprendere il lavoro di routine.
Negli animali
operati non vi sono state complicazioni se non una transitoria dolorabilità
in uno dei soggetti durata 24 ore e dovuta ad una eccessiva manipolazione del
funicolo testicolare ed all'uso della C02.
Fra gli
svantaggi di tale tecnica vanno considerati, oltre ai costi dello strumentario,
il rischio sempre presente di una perforazione di anse intestinali o della
milza, di una peritonite nonché di emorragie in corso di castrazione ed
ovariectomie.
CONCLUSIONI
La laparoscopia
è è attualmente una tecnica d'avanguardia nella chirurgia addominale del
cavallo, il cui potenziale deve ancora essere pienamente espresso. E' comunque
certo che grazie alla sua scarsa invasività essa permette di ottenere, nel
cavallo in stazione quadrupedale, risultati terapeutici e diagnostici più
sicuri con tempi di convalescenza molto brevi.
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Dott. Sergio Gabriele