La vista del cavallo
Spesso è capitato
a tutti noi che, montando o portando alla longhina un cavallo, specie in giornate
ventose, egli abbia scartato e tentato di fuggire.
Noi ci siamo arrabbiati e magari abbiamo anche punito l'animale.
Forse bisognerebbe sapere di più sulla visione del cavallo per capire certi
suoi atteggiamenti.
Egli è da sempre
stato una preda nella scala alimentare quindi, come tale, oltre all'innato istinto
alla fuga, ha gli occhi situati nella porzione laterale del cranio.
Ciò gli comporta una visione monoculare destra ed una sinistra molto ampie.
Esse, combinate, permettono di coprire un campo visivo di circa 300 gradi intorno
a se stesso.
Durante la visione binoculare (con entrambi gli occhi contemporaneamente) però
il cavallo presenta due coni d'ombra situati frontalmente e posteriormente.
Il frontale ha una profondità di circa un metro, il posteriore di circa tre.
Ciò significa
che se il cavallo guarda un oggetto ad un metro da lui con entrambi gli occhi,
egli non lo vede perché questo cade nel cono d'ombra.
Lo stesso vale per la zona posteriore; solo che l'oggetto non è visto fino a
tre metri di distanza.
Allora il cavallo è obbligato a muovere la testa a destra o sinistra per far
ricadere l'oggetto nel campo visivo monoculare o binoculare.
Da ciò è facile dedurre quali siano le difficoltà di un saltatore.
Significa che quando egli si avvicina ad un metro dall'ostacolo per saltarlo,
quest'ultimo scompare, ed egli deve fidarsi "ciecamente" del cavaliere;
oppure deve essere stato talmente intelligente da percepire distanza, profondità
e altezza dell'ostacolo prima che esso scomparisse nel "buco nero".
L' occhio umano
è quasi come una macchina fotografica con auto-focus.
Quando noi vediamo un oggetto, l'immagine di questo viene trasmessa sulla retina
(tappeto di recettori nervosi) che si trova sul fondo posteriore dell'occhio
passando attraverso una lente (cristallino) situata fra camera anteriore e posteriore
dell'occhio.
Questa lente è tenuta in sito da muscoli molto efficaci che, contraendosi, modificano
la sua forma e le permettono di mettere rapidamente a fuoco l'immagine dell'oggetto
sulla retina.
Nel cavallo il meccanismo di visione è diverso perché ci sono delle differenze anatomiche importanti rispetto all'uomo:
- I muscoli che dovrebbero accomodare la lente sono molto meno efficaci di quelli dei predatori in generale
- La superficie della retina è "sconnessa, "presenta cioè dei rilievi e degli avvallamenti.
Se traduciamo in pratica
queste differenze possiamo capire come la messa a fuoco del cavallo non avviene
tramite l'accomodamento del cristallino bens" l'animale, per mettere a
fuoco un oggetto, deve muovere la testa nelle quattro direzioni fino a quando
l'immagine non va a cadere nella "depressione" della retina più adatta
per quella distanza focale.
Spesso infatti è possibile vedere cavalli che, guardando un oggetto, muovono
leggermente la testa in senso verticale: stanno focalizzando l'oggetto.
Esiste un'altra differenza
fondamentale fra occhio equino ed umano.
L' occhio del cavallo funziona come lente bifocale.
Una persona che indossa occhiali bifocali può leggere bene da vicino con la
parte bassa della lente e, quando alza lo sguardo, può vedere un oggetto lontano
con la parte alta della lente.
Quando il cavallo pascola con la testa abbassata è in grado di perlustrare l'orizzonte
con la parte alta dell'occhio.
Se invece la sua attenzione è stimolata da un oggetto vicino egli alzerà di
scatto la testa per guardarlo con la parte bassa dell'occhio.
Quindi in definitiva, se
un cavallo vuole mettere a fuoco un oggetto lontano con la visione binoculare
egli, con la testa alzata, guarderà con la parte alta dell'occhio effettuando
leggeri movimenti verticali con la testa per focalizzare l'immagine sulla retina.
Per mettere a fuoco un oggetto vicino, purché non ricada però nel cono d'ombra,
alzerà la testa, ma guardando la parte bassa dell'occhio.
L' animale che osserva utilizzando
la visione periferica destra riceve degli stimoli ottici che vengono poi trasmessi
al cervello.
Se gli stessi stimoli, leggermente modificati, vengono osservati con l'occhio
sinistro, il cervello del cavallo ne riceve segnali completamente diversi.
Ciò determina una confusione mentale nell'animale che lo porta, nel dubbio,
alla ga (ricordate l'istinto innato alla fuga).
Questo è uno dei motivi fondamentali per i quali l'addestramento del cavallo deve sempre avvenire con gesti e manualità ripetuti in modo identico sia della parte sinistra che dalla parte destra dell'animale pena la doma di un soggetto viziato.
Un altro punto importante
è la particolare attenzione di metterli rapidamente a fuoco.
Questa attenzione, combinata con il grande udito a loro disposizione (5o% superiore
all'udito umano) ci fa capire che durante una giornata ventosa il cavallo percepisce
rumori o suoni continui anche molto lontani, a cui si aggiunge la vista di oggetti
in movimento non identificati.
E' evidente che tutto questo crea nell'animale, allarme, insicurezza e nervosismo.
Anche la visione notturna
del cavallo è superiore del 50% rispetto a quella dell'uomo.
Ciò è dovuto alla particolare capacità della retina che riesce a captare anche
il più debole raggio di luce notturno permettendo una notevole definizione dell'immagine.
Sembrerebbe infine che il cavallo sia in grado di percepire il colore verde o il blu e gli altri colori sarebbero visti come tonalità di grigio.
Vorrei concludere con un esempio per far riflettere il lettore su quanto detto.
Cosa succede quando si entra
in una scuderia, ci si avvicina ad un cavallo affacciato ad un box e gli si
porge la mano vicino al muso?
L' animale sembra che ci guardi, abbassa e alza leggermente la testa appostandola
a destra e a sinistra e annusando la mano prima con una narice e poi con quell'altra.
Probabilmente noi e la nostra mano ci troviamo nel cono d'ombra a profondità
diverse.
Il cavallo dovrà alzare leggermente la testa e guardare con la parte bassa del
suo occhio per focalizzare la nostra mano che rappresenta l'oggetto vicino e
potenzialmente pericoloso.
Per vedere la nostra faccia invece egli abbasserà leggermente la testa e, questa
volta, tramite la parte alta dell'occhio, metterà a fuoco l'oggetto lontano.
In entrami i casi il cavallo sarà anche obbligato a muovere la testa lateralmente
per poterci far entrare in un campo visivo (monoculare o binoculare che sia)
identificabile.
Dott. Sergio Gabriele
[../includi/footerdata.html]Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2006